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L'utilizzo delle bevande alcoliche, vino e birra, è antichissimo. Si stima che già le popolazioni preistoriche facessero uso di bevande alcoliche derivate dalla fermentazione della frutta. Verosimilmente si trattò di scoperte casuali legate a fenomeni di fermentazione naturale su residui di frutta avariata, dimenticati all'interno dei contenutori dell'epoca. All'avvio dell'agricoltura e dei processi di coltivazione dei cereali si deve lo sviluppo della Birra: tavolette mesopotamiche antiche 6000 anni riportano ricette illustrate per la produzione di questa bevanda alcolica. Altri documenti dimostrano la pratica corrente di utilizzo del vino e della birra ai tempi dell'atico Egitto. Il vino veniva utilizzato nelle pratiche mediche sfruttando le sue proprietà antisettiche, la birra invece veniva largamente utilizzata come bevanda dal potere nutritivo; sembra che ne facessero uso anche gli schiavi addetti alla costruzione delle piramidi. Nel codice di Hammurabi, risalente al 1800 a.c., si possono trovare alcune norme per regolamentare il commercio del vino. Uno dei motivi che hanno determinato la grande diffusione delle bevande alcoliche nelle epoche antiche è sicuramente da ricondurre ai timori legati al consumo dell'acqua. L'acqua veniva vista come veicolo di diffusione delle malattie e il difficile reperimento di acqua potabile, cioè acqua da utilizzare in sicurezza come bevanda, ne limitava notevolemnte il consumo. Diversamente in Oriente, dove si è consolidata fin dall'antichità la pratica della bollitura dell'acqua per la preparazione del the, si è stabilito il suo utilizzo in sicurezza che ha notevolmente ridotto la diffusione delle bevande alcoliche. Dalla Mesopotamia, via Creta, la conoscenza del vino raggiunse la grande civiltà Greca. Nelle opere di Omero, Iliade e Odissea, si trovano vari riferimenti a tipi di vino diversi. I greci contribuirono enormente allo sviluppo delle tecniche di coltivazione della vite e produzione del vino. Per loro il consumo del vino era sinonimo di civiltà, in contrapposizione al consumo di birra, tipico delle popolazioni "barbare". Il vino era elemento essenziale di uno degli eventi sociali più importanti, il Simposio (letteralmente "bere insieme"), momento sociale in cui si riunivano in una stanza un certo numero di persone, comodamente sdraiate, per bere e discutere. I greci tributavano onori a Dionisio, Dio del vino. In questo caso venivano enfatizzate le proprietà afrodisiache e di ispirazione artistica che il consumo di vino stimolava. Nella Bibbia si possono trovare riferimenti al vino già nell'antico testamento, mentre nel vangelo si assiste alla sacralizzazione della bevanda che viene identificata con il sangue di Cristo. La tecnica di coltivazione della vite giunse in Italia probabilmente intorno al primo millennio A.C.. Prima in Sicilia, ad opera dei Fenici e poi in Italia centro-settentrionale ad opera degli Etruschi. La penisola si dimostrò adattissima alla coltivazione della vite, che si diffuse rapidamente. Nella civiltà Etrusca il vino rivestiva un ruolo molto importante, dalla quotidianità alla spiritualità: erna diffuse le pratiche religiose in onore di Fufluns, il corrispettivo etrusco di Bacco, Dio del Vino. Negli affreschi delle tombe etrusche, in mezzo a figure danzanti si trovano spesso altre figure che brindano. In altri affreschi si vedono figure intente al gioco, per esempio ai dadi, che consumano anche delle bevande, probabilmente del vino. Gli etruschi furono sicuramente grandi produttori ed esportatori di vino. Imbarcazioni cariche di anfore vinarie solcavano il Tirreno dalla Sicilia alla Gallia meridionale. A Cap d'Antibes è stato trovato il relitto di una nave contenente circa 170 anfore di Vulci.
Sempre in epoca romana si ritrovano le prime tracce del consumo in Europa della Birra, infatti Tacito, dalle sponde del Reno, contemplava con disgusto i truculenti e rissosi guerrieri Galli, sdraiati su pelli d'orso, ingurgitare enormi quantità di quella bevanda, che definva "barbaro vino di orzo". Catone e Plinio il Vecchio dichiaravano invece la birra bevanda nazionale delle genti germaniche.
Nel Medioevo, dopo la caduta dell'impero romano e la dominazione di popolazioni germaniche, nei territori precedentemente occupati dai romani la produzione di vino diminuì. Divenne, in alcuni casi, un'attività riservata ai monasteri, in quanto il vino era considerato indispensabile per la celebrazione eucaristica. Al contrario in Germania si affinò e si perfezionò l'arte di preparare la birra; da lavorazione casalinga, essa diventò progressivamente di preparazione quasi industriale. Gradatamente si abbandona l'uso del tino di coccio e si comincia ad usare il recipiente di rame che conferisce alla birra caratteristiche più raffinate. La birra viene aromatizzata con rosmarino, ginepro, resine, e soltanto dal 1270 in poi si inizia ad utilizzare il luppolo di cui se ne scopre l’ottimo connubio con il malto d'orzo. Ogni produttore comunque si regola in materia come meglio preferisce, secondo il gusto personale o la convenienza economica (il luppolo era troppo costoso a quei tempi). Nel 1516, con il famoso editto di Guglielmo IV di Bavaria, viene stabilita una precisa regolamentazione per la corretta preparazione della birra. A partire dal XII secolo tornò nuovamente a diffondersi la produzione di vino in Europa, specie in Francia, dove diventò il principale prodotto da esportazione. L'estrema diffusione delle bevande alcoliche in Europa, a partire dall'epoca medioevale, trova sicuramente una sua giustificazione nei timori legati al consumo dell'acqua, oltre che al riconoscimento del potere nutritivo e "tonico" del alcol. Per moltissimi secoli in Europa non venne praticata la bollitura dell'acqua, diversamente da quanto avveniva in oriente, e quindi l'acqua venne vista con timore per il pericolo di trasmissione delle malattie. Questo fenomeno incise sicuramente sulla grande diffusione delle bevande alcoliche, vino e birra, generalmente a bassa gradazione, in tutti gli strati delle socità dell'epoca.
Con il Rinascimento, periodo storico in cui si diffusero i processi di urbanizzazione e crescita dell'economia, un maggiore livello di ricchezza in generale favorì il consumo di bevande alcoliche nella popolazione. La Chiesa cattolica, che pure interveniva in modo diretto su molteplici questioni "sociali", non prese mai posizione contro il consumo di alcol, ed anche la Riforma tacque su questo argomento.
A partire dal XVII secolo si sviluppò
in Francia la produzione di bottiglie e ritornò in auge l'uso del tappo
di sughero (dimenticato dal tempo dei romani) che rese possibile una
migliore conservazione del vino. Fu a partire da questo periodo che si
incominciò a produrre lo champagne, mentre commercianti inglesi
parallelamente svilupparono la coltura delle viti nella valle del Douro
in Portogallo.
In epoca moderna prese l'avvio la produzione vinicola nei territori extraeuropei: in Cile nel XVI secolo, in Sudafrica nel XVII, in America nel XVIII e in Australia nel XIX.
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© SMD - Ultima mod.26 Luglio 2011 |