Studio Medico Destefanis

             Medici Specialisti

 

Dr. Giorgio Canepa

Specialista in Urologia
Dirigente I livello Divisione Urologia Osp. Galliera - Genova
 

  Inserto Salute del 26 Gennaio 2008

 

PER L'INCONTINENZA URINARIA FARMACI, ESERCIZI E CHIRURGIA

HA DIMENSIONI RIDOTTE e funziona come un pacemaker. Ma non sollecita il cuore, tiene a bada la vescica. E il più piccolo strumento mai realizzato  per combattere l'incontinenza urinaria ed è stato recentemente impiantato, per la prima volta in Liguria, a una giovane donna affetta da ritenzione incompleta di urina nel Dipartimento di Urologia dell'Ospedale Galliera di Genova da Giorgio Canepa e Riccardo Pizzorno del Dipartimento di Urologia del San Martino. Lo strumento - solo una delle armi a disposizione per controllare il problema - sfrutta la tecnica della neuromodulazione sacrale, oggi facilitata dalla miniaturizzazione delle apparecchiature. «In Italia - spiega Canepa - sono almeno cinque milioni le persone che soffrono di incontinenza urinaria; prevalentemente si tratta di donne. L'incontinenza emerge non solo con l'avanzare dell' età, ma anche a seguito e in relazione a condizioni patologiche diffuse, come malattie neurologiche o degenerative del sistema nervoso. In termini generali si possono riconoscere tre tipi di incontinenza: quella da sforzo, cioè la perdita di urina per colpi di tosse e starnuti o durante la deambulazione, quella da urgenza, in seguito a uno stimolo impellente, e una forma mista.». Le statistiche dicono che la prima è la forma più comune nella donna con una percentuale vicina al 50 per cento. L'incontinenza da urgenza è presente nel 10- 20 per cento delle pazienti, l'incontinenza mista si registra nel 30-40 per cento dei casi. «Il trattamento dei diversi tipi di incontinenza prevede differenti strategie: nell' incontinenza da sforzo è necessario un approccio riabilitativo dei muscoli del pavimento pelvico. Se non è sufficiente - chiarisce Canepa - si può intervenire chirurgicamente in maniera mini-invasiva a meno che non coesista il prolasso degli organi pelvici (vescica, utero o retto). Le tecniche chirurgiche si avvalgono di benderelle di materiale sintetico che permettono di fissare l'uretra ottenendo ottimi risultati anche a distanza di tempo. Nel caso di incontinenza da urgenza il trattamento è più complesso: ci sono farmaci che riducono le contrazioni anomale della vescica. In caso d'insuccesso o d'intolleranza si può effettuare la riabilitazione del pavimento pelvico con l'elettrostimolazione della muscolatura vescicale. Quando però la paziente non risponde nemmeno a tale trattamento si può ricorrere alla neuromodulazione sacrale, una sorta di pacemaker che agisce sui nervi che controllano tra l'altro l'emissione di urina. L'impianto del dispositivo si effettua in anestesia locale».
Pur se il problema interessa soprattutto le donne, anche l'uomo soffre di incontinenza urinaria da urgenza. Ma nel sesso forte è necessario escludere l'influenza della prostata che spesso provoca sintomi irritativi minzionali o ostruttivi. Le cause dell'incontinenza maschile da sforzo vanno spesso ricercate negli esiti di operazioni sulla prostata che creano condizioni patologiche di difficile soluzione. «A prescindere da cause e soluzioni, - conclude Canepa -  l'incontinenza va affrontata in sinergia dagli specialisti. E quindi importante che la dìagnosi sia fatta con attenzione e affrontata in collaborazione oltre che dall'Urologo e dal Ginecologo, da chi si occupa di coloproctologia e dal Fisiatra al fine di attivare la terapia medica, chirurgica e riabilitativa delle malattie del pavimento pelvico più indicata per ogni singolo caso».