PER L'INCONTINENZA URINARIA FARMACI,
ESERCIZI E CHIRURGIA
HA DIMENSIONI RIDOTTE e funziona come un pacemaker. Ma non sollecita il
cuore, tiene a bada la vescica. E il più piccolo strumento mai
realizzato per combattere l'incontinenza urinaria ed è stato
recentemente impiantato, per la prima volta in Liguria, a una giovane
donna affetta da ritenzione incompleta di urina nel Dipartimento di
Urologia dell'Ospedale Galliera di Genova da Giorgio Canepa e Riccardo
Pizzorno del Dipartimento di Urologia del San Martino. Lo strumento -
solo una delle armi a disposizione per controllare il problema - sfrutta
la tecnica della neuromodulazione sacrale, oggi facilitata dalla
miniaturizzazione delle apparecchiature. «In Italia - spiega Canepa -
sono almeno cinque milioni le persone che soffrono di incontinenza
urinaria; prevalentemente si tratta di donne. L'incontinenza emerge non
solo con l'avanzare dell' età, ma anche a seguito e in relazione a
condizioni patologiche diffuse, come malattie neurologiche o
degenerative del sistema nervoso. In termini generali si possono
riconoscere tre tipi di incontinenza: quella da sforzo, cioè la perdita
di urina per colpi di tosse e starnuti o durante la deambulazione,
quella da urgenza, in seguito a uno stimolo impellente, e una forma
mista.». Le statistiche dicono che la prima è la forma più comune nella
donna con una percentuale vicina al 50 per cento. L'incontinenza da
urgenza è presente nel 10- 20 per cento delle pazienti, l'incontinenza
mista si registra nel 30-40 per cento dei casi. «Il trattamento dei
diversi tipi di incontinenza prevede differenti strategie: nell'
incontinenza da sforzo è necessario un approccio riabilitativo dei
muscoli del pavimento pelvico. Se non è sufficiente - chiarisce Canepa -
si può intervenire chirurgicamente in maniera mini-invasiva a meno che
non coesista il prolasso degli organi pelvici (vescica, utero o retto).
Le tecniche chirurgiche si avvalgono di benderelle di materiale
sintetico che permettono di fissare l'uretra ottenendo ottimi risultati
anche a distanza di tempo. Nel caso di incontinenza da urgenza il
trattamento è più complesso: ci sono farmaci che riducono le contrazioni
anomale della vescica. In caso d'insuccesso o d'intolleranza si può
effettuare la riabilitazione del pavimento pelvico con
l'elettrostimolazione della muscolatura vescicale. Quando però la
paziente non risponde nemmeno a tale trattamento si può ricorrere alla
neuromodulazione sacrale, una sorta di pacemaker che agisce sui nervi
che controllano tra l'altro l'emissione di urina. L'impianto del
dispositivo si effettua in anestesia locale».
Pur se il problema interessa soprattutto le donne, anche l'uomo soffre
di incontinenza urinaria da urgenza. Ma nel sesso forte è necessario
escludere l'influenza della prostata che spesso provoca sintomi
irritativi minzionali o ostruttivi. Le cause dell'incontinenza maschile
da sforzo vanno spesso ricercate negli esiti di operazioni sulla
prostata che creano condizioni patologiche di difficile soluzione. «A
prescindere da cause e soluzioni, - conclude Canepa -
l'incontinenza va affrontata in sinergia dagli specialisti. E quindi
importante che la dìagnosi sia fatta con attenzione e affrontata in
collaborazione oltre che dall'Urologo e dal Ginecologo, da chi si occupa
di coloproctologia e dal Fisiatra al fine di attivare la terapia medica,
chirurgica e riabilitativa delle malattie del pavimento pelvico più
indicata per ogni singolo caso».
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