La Febbre
Gialla (nota anche coi nomi di "tifo
itteroide", "vomito nero", "febbre delle
Antille") è una malattia virale di
notevole gravità, alta mortalità (superiore
al 50-60 per cento nelle persone
non-immuni),
provocata dal virus amarillico
(un Arbovirus (gruppo B) a RNA del
genere dei Flavivirus) e trasmessa dalla
puntura della
zanzara Aedes aegypti.
Il ciclo vitale della malattia ha inizio
nella giungla (Febbre Gialla della
Giungla) quando le zanzare vettrici,
abitualmente zoofile, pungono scimmie
infettate con il virus per nutrirsi del
loro sangue. L'uomo viene
infettato occasionalmente, percorrendo
zone forestali abitate da scimmie con
viremia e dagli artropodi vettori. Nel
momento in cui un soggetto colpito è
rientrato in un'area urbana e viene
punto da zanzare vettrici antropofile ha
inizio la diffusione ad altri soggetti
con conseguente focolaio di epidemia (Febbre
Gialla Urbana). Dopo il contatto con
il virus segue un periodo di incubazione
che può variare da qualche ora a diversi
giorni. La sintomatologia si manifesta
con febbre alta, cefalea, dolori
muscolari alla schiena e agli arti
inferiori. In alcuni casi possono
comparire emorragie a carico del tratto
gastroenterico con conseguente vomito
nero.
La Febbre Gialla è endemica nelle zone urbane e forestali delle regioni tropicali e subtropicali dell’Africa, dell’America meridionale (Bolivia, Brasile; Colombia, Ecuador, Perù) e del Panama: l’Asia e l’Oceania sono indenni dalla malattia. Una teoria afferma che la febbre gialla abbia avuto origine in Africa e che sia stata portata nelle Americhe con il suo vettore (la zanzara Aedes aegypti) durante il traffico degli schiavi tra i due continenti.
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