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L'influenza costituisce un rilevante problema di sanità pubblica a causa della sua ubiquità e contagiosità, per la variabilità antigènica dei virus influenzali, per l'esistenza di serbatoi animali e per le possibili gravi complicanze. Si stima che nei Paesi industrializzati la mortalità per influenza rappresenti la terza causa di morte per malattie infettive. Epidemie influenzali di varia estensione e gravità si verificano in Italia ogni inverno. |
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Epidemia Influenzale 2016-2017 ITALIA: il picco epidemico è stato raggiunto nell'ultima settimana del 2016 in anticipo di circa quattro settimane rispetto alle stagioni precedenti con un livello di incidenza pari a 9,5 casi per 1000 assistiti. Il periodo epidemico (incidenza superiore a 2,44 casi per 1000 assistiti) ha avuto una durata di 12 settimane. L’incidenza cumulativa osservata durante la stagione 2016-2017 è stata pari a 93 casi per 1000 assistiti. La stagione influenzale è stata, quindi, caratterizzata da una incidenza cumulativa di media entità (116 casi per 1.000 nella stagione 2004-2005, 99 casi per 1.000 assistiti nella stagione pandemica 2009- 2010). L’incidenza cumulativa osservata nelle due fasce di età pediatrica è stata di 230 casi per 1.000 assistiti nella fascia di età 0-4 anni e di 133 casi nella fascia di età 5-14 anni. Come di consueto, l’incidenza ha mostrato una diminuzione all’aumentare dell’età, e ha raggiunto il valore minimo negli anziani (87 casi per 1.000 assistiti tra gli individui di età compresa tra 15 e 64 anni, e 51 casi tra quelli di età pari o superiore a 65 anni). Rispetto all'anno precedente sono stati in numero maggiore i casi gravi e i decessi: 162 casi gravi e 68 decessi da influenza confermata da 11 regioni e province autonome. L'età mediana dei casi gravi è stata di 73 anni (range 0-94) mentre tra i decessi è stata di 76 anni (20-90). Il 82% dei casi gravi ed il 93% dei decessi segnalati presentava almeno una patologia cronica preesistente per la quale la vaccinazione antiinfluenzale viene raccomandata, e solo il 25% era vaccinato. La stagione influenzale è stata caratterizzata da un avvio anticipato con già nel mese di Settembre 2016 di isolamento in laboratorio in casi sporadici di virus A (H3N2), alcuni dei quali in soggetti al rientro dall'estero. Anche quest’anno si è avuta la contemporanea circolazione di ceppi di tipo A e di tipo B, con prevalenza di virus di tipo B (57%) rispetto ai virus di tipo A (43%). Durante tutta la stagione vi è stata una netta predominanza dei virus di tipo A (95%), in particolare di quelli appartenenti al sottotipo A/H3N2 (99% dei ceppi A sottotipizzati). Solo a partire da metà febbraio si è osservata una proporzione crescente dei virus di tipo B, la cui circolazione si è comunque sempre mantenuta a bassi livelli (5%). Nell'ambito del tipo A, sono stati prevalentemente isolati e/o identificati virus appartenenti al sottotipo A/H3N2 (93%) rispetto al tipo A/H1N1pdm09 (1%), Il restante 6% dei ceppi di tipo A non è stato sottotipizzato. La caratterizzazione antigenica sui ceppi A/H3N2 hanno confermato l'appartenenza al sottogruppo 3C.2a1 rispetto al ceppo vaccinale A/Hong Kong/4801/2014 (sottogruppo 3C.2a). Per il virus A/H1N1pdm09 è stata evidenziata l'appartenenza al gruppo genetico 6B.1 a cui appartiene il ceppo di riferimento A/Michigan/45/2015 che è stato incluso nel vaccino per la stagione 2017/18. I virus influenzali di tipo B appartenenti ai due lineaggi B/Yamagata/16/88 e B/Victoria/2/87 hanno co-circolato, sebbene i ceppi appartenenti al lineaggio B/Yamagata siano risultati largamente predominanti (96%). |
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Epidemia Influenzale 2015-2016 ITALIA: il picco epidemico è stato raggiunto nell'ottava settimana del 2016 con un livello di incidenza pari a 6,1 casi per 1000 assistiti. Il periodo epidemico (incidenza superiore a 2,36 casi per 1000 assistiti) ha avuto una durata di 12 settimane. L’incidenza cumulativa osservata durante la stagione 2015-2016 è stata pari a 82 casi per 1000 assistiti. La stagione influenzale è stata, quindi, caratterizzata da una bassa incidenza cumulativa medio-alta (116 casi per 1.000 nella stagione 2004-2005, 99 casi per 1.000 assistiti nella stagione pandemica 2009- 2010). L’incidenza cumulativa osservata nelle due fasce di età pediatrica è stata di 227 casi per 1.000 assistiti nella fascia di età 0-4 anni e di 165 casi nella fascia di età 5-14 anni. Come di consueto, l’incidenza ha mostrato una diminuzione all’aumentare dell’età, e ha raggiunto il valore minimo negli anziani (70 casi per 1.000 assistiti tra gli individui di età compresa tra 15 e 64 anni, e 29 casi tra quelli di età pari o superiore a 65 anni). Nella stagione 2015/16, sono stati segnalati 89 casi gravi e 32 decessi da influenza confermata da 13 regioni e province autonome. L'età media dei casi gravi è stata di 57 anni (range 0-95) mentre tra i decessi è stata di 59 anni (0-88). Il 76% dei casi gravi ed il 63% dei decessi segnalati presentava almeno una patologia cronica preesistente per la quale la vaccinazione antiinfluenzale viene raccomandata, e solo il 9.7% era vaccinato. Anche quest’anno si è avuta la contemporanea circolazione di ceppi di tipo A e di tipo B, con prevalenza di virus di tipo B (57%) rispetto ai virus di tipo A (43%). Anche quest'anno nella maggior parte dei casi gravi segnalati è stato isolato il virus A/H1N1pdm09 (70%), seguito dal tipo B (17%) e dall' A/H3N2 (9%) e da virus non tipizzati (4%). I virus influenzali di tipo B appartenenti ai due lineaggi B/Yamagata/16/88 e B/Victoria/2/87 hanno co-circolato, sebbene i ceppi appartenenti al lineaggio B/Victoria siano risultati largamente predominanti (95%).
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Epidemia Influenzale 2014-2015 ITALIA: il picco epidemico è stato raggiunto nella quarta settimana del 2015 con un livello di incidenza pari a 10.9 casi per 1000 assistiti. Il periodo epidemico (incidenza superiore a 2 casi per 1000 assistiti) ha avuto una durata di 14 settimane. L’incidenza cumulativa osservata durante la stagione 2014-2015 è stata pari a 108 casi per 1000 assistiti. La scorsa stagione influenzale è stata, quindi, caratterizzata da una incidenza cumulativa medio-alta (116 casi per 1.000 nella stagione 2004-2005, 99 casi per 1.000 assistiti nella stagione pandemica 2009- 2010). L’incidenza cumulativa osservata nelle due fasce di età pediatrica è stata di 260 casi per 1.000 assistiti nella fascia di età 0-4 anni e di 178 casi nella fascia di età 5-14 anni. Come di consueto, l’incidenza ha mostrato una diminuzione all’aumentare dell’età, e ha raggiunto il valore minimo negli anziani (99 casi per 1.000 assistiti tra gli individui di età compresa tra 15 e 64 anni, e 47 casi tra quelli di età pari o superiore a 65 anni). Nella stagione 2014/15, sono stati segnalati 485 casi gravi e 160 decessi da influenza confermata da 19 regioni e province autonome; l’85% dei casi gravi è stato segnalato da 7 Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Puglia). Anche quest’anno si è avuta la contemporanea circolazione di ceppi di tipo A e di tipo B, sebbene i virus di tipo A siano risultati dominanti (84%) rispetto ai virus di tipo B (16%). Nell’ambito del tipo A, sono stati prevalentemente isolati e/o identificati virus appartenenti al sottotipo H1N1pdm09 (52%) rispetto ai ceppi H3N2 (41%). Il restante 7% dei ceppi di tipo A non è stato sottotipizzato. I virus influenzali di tipo B appartenenti ai due lineaggi B/Yamagata/16/88 e B/Victoria/2/87 hanno co-circolato, sebbene i ceppi appartenenti al lineaggio B/Yamagata siano risultati largamente predominanti (97%).
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Epidemia Influenzale 2013-2014 ITALIA: il picco epidemico è stato raggiunto nella sesta settimana del 2014 con un livello di incidenza pari a 6,67 casi per 1000 assistiti. Il periodo epidemico (incidenza superiore a 2 casi per 1000 assistiti) ha avuto una durata di 14 settimane. L’incidenza cumulativa osservata durante la stagione 2013-2014 è stata pari a 78 casi per 1000 assistiti. La scorsa stagione influenzale è stata, quindi, caratterizzata da una bassa incidenza cumulativa (simile ai 72 casi per 1000 nella stagione 2008-2009). L’incidenza cumulativa osservata nelle due fasce di età pediatrica è stata di 212 casi per 1000 assistiti nella fascia di età 0-4 anni e di 121 casi per 1000 assistiti nella fascia di età 5-14 anni. L’incidenza decresce all’aumentare dell’età, e raggiunge il valore minimo negli anziani (71 casi per 1000 assistiti tra 15 e 64 anni, a 32 casi per 1000 tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni). Anche quest’anno si è avuta la contemporanea circolazione di ceppi di tipo A e di tipo B, sebbene i virus di tipo A siano risultati nettamente prevalenti (97%) rispetto ai virus di tipo B (3%). I ceppi circolanti di tipo A (H3N2) hanno evidenziato buona omologia con la variante vaccinale A/Texas/50/2012. I ceppi circolanti di tipo A (H1N1 pdm09) hanno evidenziato stretta omologia con la variante vaccinale A/California/7/2009. Nell’ambito dei virus influenzali di tipo B, entrambi i lineaggi (B/Victoria/2/87 e B/Yamagata/16/88) hanno co-circolato durante l’intera stagione influenzale, sia pure con la netta prevalenza dei ceppi del lineaggio Yamagata.
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Epidemia Influenzale 2012-2013 Tra settembre 2012 a febbraio 2013 tutti i virus di sottotipo A(H1N1), identificati a livello mondiale, sono risultati riconducibili al ceppo pandemico A(H1N1)pdm09. Tali virus sono risultati omogenei tra loro ed antigenicamente indistinguibili dal ceppo A/California/7/2009, contenuto nel vaccino della stagione 2012-2013. La maggior parte dei virus A(H3N2) circolanti nel mondo è risultata antigenicamente simile al virus di riferimento A/Victoria/361/2011. Virus B, appartenenti ai due diversi lineaggi (B/Victoria/2/87 e B/Yamagata/16/88) hanno cocircolato nella passata stagione influenzale, sia pure con diverse prevalenze nei diversi paesi del mondo; i virus Victoria-like sono risultati antigenicamente indistinguibili dal ceppo vaccinale B/Brisbane/60/2008. ITALIA: il picco epidemico è stato raggiunto nella sesta settimana del 2013 con un livello di incidenza pari a 9,97 casi per 1000 assistiti. Il periodo epidemico (incidenza superiore a 2 casi per 1000 assistiti) ha avuto una durata di 15 settimane. L’incidenza cumulativa osservata durante la stagione 2012-2013 è stata pari a 105 casi per 1000 assistiti. La scorsa stagione influenzale è stata, quindi, caratterizzata da un’incidenza cumulativa medio alta (116 casi per 1000 nella stagione 2004-2005, 99 casi per 1000 assistiti nella stagione pandemica 2009-2010). L’incidenza cumulativa osservata nelle due fasce di età pediatrica è stata di 265 casi per 1000 assistiti nella fascia di età 0-4 anni e di 194 casi per 1000 assistiti nella fascia di età 5-14 anni. L’incidenza decresce all’aumentare dell’età, e raggiunge il valore minimo negli anziani (90 casi per 1000 assistiti tra 15 e 64 anni, a 37 casi per 1000 tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni). Anche quest’anno si è avuta la contemporanea circolazione di ceppi di tipo A e di tipo B, sebbene i virus di tipo B siano risultati prevalenti (58%) rispetto ai virus di tipo A (42%). Nell’ambito del tipo A, sono stati prevalentemente isolati e/o identificati virus appartenenti al sottotipo H1N1pdm09 (80%), rispetto ai ceppi H3N2 (13%). Il restante 7% dei ceppi di tipo A non è stato sottotipizzato. I risultati delle analisi di caratterizzazione antigenica e molecolare, effettuate sui ceppi A(H1N1)pdm09, hanno evidenziato la stretta omologia di questi virus con la variante A/California/7/2009, che sarà inclusa anche nella composizione del vaccino per la stagione 2013/2014. La caratterizzazione antigenica e molecolare dei virus A(H3N2) ha evidenziato una buona omologia dei ceppi circolanti con la variante A/Texas/50/2012 che, pur essendo antigenicamente indistinguibile dal ceppo A/Victoria/361/2011, contenuto nella composizione vaccinale precedente, ha mostrato una maggiore stabilità genetica nella fase di propagazione su substrati idonei alla produzione vaccinale. Nell’ambito dei virus influenzali di tipo B, entrambi i lineaggi (B/Victoria/2/87 e B/Yamagata/16/88) hanno co-circolato durante l’intera stagione influenzale, sia pure con la netta prevalenza dei ceppi del lineaggio Yamagata (98%). Epidemia Influenzale 2011-2012 Tra settembre 2011 e gennaio 2012 sono stati segnalati casi di influenza in tutti i continenti, caratterizzati però da una diversa componente virologica. Infatti l’influenza A(H3N2) ha avuto diffusione soprattutto in Europa, in molti Paesi americani, in nord Africa e in alcuni Stati asiatici. Al contrario la circolazione del virus A(H1N1)pdm09 è stata riscontrata in pochi Paesi dell’Asia e dell’America centrale, con un’intensa attività in Messico tra dicembre 2011 e gennaio 2012. Tra luglio 2011 e aprile 2012 sono stati notificati, in sei Stati degli USA, tredici casi di infezioni umane da nuovo virus influenzale A(H3N2)v, di origine suina. Da aprile 2012 al 9 agosto 2012 sono stati segnalati da nove Stati, soprattutto in Indiana e Ohio, più di 150 casi di infezioni dallo stesso ceppo virale. Il 93% dei casi ha un’età inferiore ai 18 anni. Non sono stati riscontrati complicazioni gravi. La maggior parte dei casi è stata a contatto diretto con suini o ha partecipato a fiere agricole. E’ stata segnalata una limitata e non sostenuta trasmissione interumana, da uomo a uomo. Gli studi sierologici hanno evidenziato che i bambini più piccoli sono più suscettibili a tale infezione. Gli attuali vaccini contro l'influenza stagionale non forniscono protezione nei confronti di questo ceppo virale. Pertanto, a seguito di questi eventi, l'ECDC ha effettuato una valutazione del rischio per l'Unione europea: • Non sono stati rilevati virus dell’influenza suina A(H3N2)v in allevamenti europei di suini, • Non sono state segnalate infezioni da virus A(H3N2)v nell’uomo nei Paesi dell’UE, • I viaggiatori europei esposti ai suini negli Stati Uniti possono essere a rischio di sviluppare la malattia (compatibilmente con i tempi di incubazione dell’influenza). ITALIA: il picco epidemico è stato raggiunto nella quinta settimana del 2012 con un livello di incidenza pari a 9,6 casi per 1000 assistiti. Il periodo epidemico (incidenza superiore a 2 casi per 1000 assistiti) ha avuto una durata di 13 settimane. L’incidenza cumulativa osservata durante la stagione 2011-2012 è stata pari a 86 casi per 1000 assistiti. Tale valore si colloca ad un livello intermedio rispetto a quello osservato nella stagione 2004-2005 in cui l’incidenza ha raggiunto il massimo livello fin ora registrato di 116 casi per 1000 assistiti, superiore anche alla stagione pandemica in cui l’incidenza cumulativa è stata pari a 99 casi per 1000 assistiti e quello più basso registrato nella stagione 2005-2006. L'incidenza cumulativa osservata nelle due fasce di età pediatrica è stata di 234 casi per 1000 assistiti nella fascia di età 0-4 anni e di 134 casi per 1000 assistiti nella fascia di età 5-14 anni. L’incidenza decresce all’aumentare dell’età, e raggiunge il valore minimo negli anziani (da 75 casi per 1000 assistiti tra 15 e 64 anni, a 38 casi per 1000 tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni). La stagione è stata contraddistinta dalla contemporanea circolazione di ceppi di tipo A e di tipo B, sebbene i virus di tipo A siano risultati nettamente predominanti (96.5%) rispetto ai virus di tipo B (3.5%). Nell’ambito del tipo A, sono stati prevalentemente isolati e/o identificati virus appartenenti al sottotipo A(H3N2) (92.5%), rispetto ai ceppi A(H1N1)pdm09 (0.2%). Il restante 7.3% dei ceppi di tipo A non è stato sottotipizzato. I risultati delle analisi di caratterizzazione antigenica, effettuate sui ceppi A(H3N2), circolanti nei primi mesi della stagione influenzale, hanno evidenziato la stretta omologia di questi virus con la variante A/Perth/16/2009, contenuta nel vaccino 2011/2012. Tuttavia, nel corso della stagione, un numero sempre crescente di virus è risultato maggiormente correlato alla nuova variante virale A/Victoria/361/2011, che è stata, di conseguenza, inserita nella composizione vaccinale 2012/2013. Virus influenzali di tipo B, appartenenti ai due diversi lineaggi (B/Victoria/2/87 e B/Yamagata/16/88), hanno co-circolato durante la passata stagione influenzale. Tuttavia la stragrande maggioranza dei virus analizzati è risultata appartenere al lineaggio B/Yamagata. I dati di caratterizzazione molecolare ed antigenica hanno infatti evidenziato una stretta omologia con la nuova variante vaccinale B/Wisconsin/1/2010 (lineaggio B/Yamagata), che sostituirà il ceppo B/Brisbane/60/2008 (lineaggio B/Victoria) contenuto nel vaccino stagionale 2011/2012.
Epidemia Influenzale 2010-2011 La stagione 2010-2011 nell’emisfero nord, secondo quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è iniziata alla fine di ottobre 2010 in Asia, il mese successivo in Europa e Nord America e si è conclusa alla fine di aprile 2011. In Nord America si è assistito alla co-circolazione di diversi sottotipi di virus influenzali A/H3N2, B e A/H1N1 pandemico, mentre in Europa il virus A/H1N1 pandemico è stato il virus più isolato. Nonostante il virus pandemico A/H1N1 non sia stato il virus predominante in molti paesi, si è tuttavia comportato in maniera simile rispetto alla stagione pandemica 2009/2010 in termini di caratteristiche cliniche ed epidemiologiche. In alcuni Paesi europei dove il virus pandemico è stato predominante, come Inghilterra e Grecia, la severità osservata dei casi confermati è stata addirittura superiore rispetto alla stagione precedente, con più casi complicati che hanno necessitato del ricovero in terapia intensiva e di supporto ventilatorio. ITALIA: la massima frequenza dei casi osservati dai medici sentinella si è concentrata nella prime settimane dell’anno con una durata del picco di frequenza di circa quattro settimane. L’incidenza cumulativa osservata durante la stagione 2010/2011 è stata pari a 103 casi per 1000 assistiti. Tale valore è di poco inferiore a quello osservato nella stagione 2004-2005 in cui l’incidenza ha raggiunto il massimo livello fin ora registrato di 116 casi per 1000 assistiti, superiore anche alla stagione pandemica in cui l’incidenza cumulativa è stata pari a 99 casi per 1000 assistiti. Durante la scorsa stagione l’incidenza cumulativa osservata nelle due fasce di età pediatrica è stata di 270 casi per 1000 assistiti nella fascia di età 0-4 e di 211 casi per 1000 assistiti nella fascia di età 5-14 anni anche se il picco epidemico raggiunto nelle due fasce di età è stato comparabile. L’incidenza decresce all’aumentare dell’età, e raggiunge il valore minimo negli anziani (da 84 casi per 1000 assistiti tra 15 e 64 anni, a 28 casi per 1000 tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni). La stagione è stata contraddistinta dalla contemporanea circolazione di ceppi di tipo A e di tipo B, sebbene i virus di tipo A siano risultati nettamente predominanti (72%) rispetto ai virus di tipo B (28%). Nell’ambito del tipo A, sono stati prevalentemente isolati e/o identificati virus appartenenti al sottotipo A/H1N1v (86%), rispetto ai ceppi A/H3N2 (3%). Il restante 11% dei ceppi di tipo A non è stato sottotipizzato. Le analisi di caratterizzazione antigenica e molecolare eseguite sui ceppi virali, hanno mostrato la quasi totale correlazione antigenica dei virus influenzali A/H1N1v con il ceppo vaccinale 2010-2011 (A/California/7/2009), presente anche nella composizione vaccinale 2011-2012. Anche il profilo di resistenza agli antivirali è rimasto lo stesso rispetto alla stagione 2009/2010. I risultati delle analisi effettuate hanno mostrato una stretta omologia dei virus H3N2 circolanti con la variante A/Perth/16/2009, confermata nella composizione del vaccino per la prossima stagione. Per quanto riguarda il tipo B, il 94% dei virus analizzati è risultato appartenere al lineaggio B/Victoria/2/1987 e strettamente correlato al ceppo vaccinale B/Brisbane/60/2008 presente nella composizione vaccinale 2011/2012. Molto limitata è stata la circolazione di virus di tipo B appartenenti al lineaggio B/Yamagata.
Epidemia Influenzale 2009-2010 L'Epidemia influenzale del inverno 2009-2010 è stata caratterizzata dalla comparsa sulla scena mondiale di un nuovo virus influenzale, denominato A/H1N1v, apparso per la prima volta in Messico a partire dal mese di Aprile 2009. La rapida diffusione di tale virus ha portato l'OMS a dichiarare, l'11 Giugno 2009, un allerta mondiale di Fase6, ovvero uno stato di Pandemia conclamata, che si è concluso il 10 Agosto 2010. Questa Pandemia ha completamente modificato il quadro epidemiologico dell'influenza in Italia, così come monitorato negli ultimi 10 anni. Si è infatti osservato un picco epidemico, di casi e decessi, nei mesi Ottobre-Novembre 2009, in un periodo dell'anno in cui normalmente non si osserva la circolazione sostenuta dei virus influenzali stagionali. Secondo l'OMS il virus A/H1N1 ha circolato e continua ad essere presente in 214 paesi, sia nell'emisfero sud che in quello nord. In numerosi paesi, Europa compresa, è stata segnalata la co-circolazione del virus pandemico con virus stagionali di tipo B e A/H3N2. ITALIA: complessivamente l'incidenza totale è stata pari a 97 casi per 1000 assistiti. Tale valore è di poco inferiore al picco massimo registrato nella stagione 2004-2005 (116 casi per 1000 assistiti). Da notare che il numero di soggetti colpiti di età compresa tra 0 e 14 anni è stato il più elevato (270 casi per 1000) dall'avvio della sorveglianza (1999-2000). L'incidenza decresce all'aumentare dell'età e raggiunge il valore minimo negli anziani oltre i 64 anni (26 casi per 1000). I risultati del monitoraggio virologico nel periodo Aprile 2009-Maggio 2010 hanno evidenziato una circolazione largamente predominante del nuovo ceppo pandemico A/H1N1, rispetto ai virus epidemici (A/H3N2, A/H1N1 stagionale e B). Nei campioni clinici raccolti i virus di tipo A sono risultati complessivamente predominanti (99.2%), rispetto a quelli di tipo B (0.8%). Nell'ambito del tipo A, il ceppo H1N1 è stato diagnosticato nel 96.4% dei casi. Nessun H1N1 stagionale è stato invece identificato. Modestissima la circolazione di virus A/H3N2, che hanno mostrato tuttavia un cambiamento antigenico rispetto al precedente ceppo vaccinale 2009/2010 (A/Brisbane/10/2007), che è stato pertanto sostituito dalla nuova variante vaccinale A/Perth/16/2009. I virus di tipo B hanno cominciato a circolare soltato a partire dalla 4° settimana del 2010. Le analisi effettuate hanno evidenziato una co-circolazione di ceppi appartenenti ai due lineaggi Victoria-like e Yamagata-like, con una netta prevalenza del primo rispetto al secondo. Non vi sono stati cambiamenti antigenici significativi e pertanto per il vaccino per la stagione 2010-2011è stata confermata la variante B/Brisbane/60/2008. Il quadro della circolazione virale in Italia è risultato sovrapponibile a quanto riportato in ambito europeo.
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Epidemia Influenzale 2008-2009 Tra settembre 2008 e gennaio 2009, secondo l’OMS,
l’influenza ha circolato in tutti i continenti (Africa, America, Asia,
Europa e Oceania). In generale, l’attività influenzale è stata inferiore
rispetto allo stesso periodo degli ultimi anni, anche se in alcuni Paesi
europei è stata registrata una maggiore attività. ITALIA: si è registrata, in
Italia, una attività di media entità dell’influenza con una incidenza
totale pari a 72 casi per 1000 assistiti.
Tale valore è intermedio rispetto
all’incidenza osservata nella stagione 2005-2006 (41 casi per 1000
assistiti), quando è stato osservato il minimo storico di attività
influenzale e quella osservata nella stagione 2004-2005 in cui
l’incidenza ha raggiunto il massimo livello (116 casi per 1000
assistiti) dall’avvio della sorveglianza (stagione 1999-2000). Come
osservato in tutte le stagioni influenzali, la fascia di età più colpita
è quella dei bambini fino a 14 anni (incidenza: 156 per 1000 assistiti);
in particolare il picco massimo è stato osservato nella fascia 0-4 anni
(193 casi per 1000 assistiti), seguito dalla fascia 5-14 anni (139 casi
per 1000 assistiti); l’incidenza decresce all’aumentare dell’età, e
raggiunge il valore minimo negli anziani (da 59 per 1000 assistiti tra
15 e 64 anni, a 34 per 1000 tra gli individui di età pari o superiore a
65 anni).
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Epidemia Influenzale 2007-2008
ITALIA: si è registrata, in Italia, una attività di media
entità dell’influenza con una incidenza totale pari a
83 casi per 1000
assistiti. Tale valore è intermedio
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Epidemia Influenzale 2006-2007 Tra Settembre 2006 e Gennaio 2007, l'influenza ha circolato in tutti i continenti (Africa, America, Asia, Europa e Oceania). Nell'emisfero Nord una moderata attività dei virus influenzali si è cominciata a registrare a partire dal mese di Novembre 2006, evidenziando un ritardo rispetto agli anni precedenti. In Dicembre si è osservato un incremento del numero dei casi in Nord Amercia e in Gennaio in Europa. ITALIA: si è registrata una attività medio-bassa dell'influenza con una incidenza totale pari a 65 casi per 1000 assistiti. Tale valore è comunque superiore all'incidenza osservata nella stagione 2005-2006 (41 casi per 1000 assistiti), quando è stato osservato il minimo storico di attività influenzale dall'avvio della sorveglianza, nella stagione 1999-2000. Come osservato in tutte le stagioni influenzali, la fascia di età più colpita è stata quella dei bambini fino a 14 anni (incidenza: 210 per 1000 assistiti tra O e 4 anni, e 135 per 1000 tra 5 e 14 anni); l'incidenza si è ridotta all'aumentare dell'età, e ha raggiunto il valore minimo negli anziani (da 50 per 1000 assistiti tra 15 e 64 anni, a 27 per 1000 tra gli individui di età pari o superiore a a 65 anni). Il periodo di massima raccolta dei campioni positivi per virus influenzale è stato registrato tra la 5° e la 6° settimana 2007. La stagione è
stata contraddistinta dalla contemporanea circolazione di ceppi A/Hl,
A/H3 e B, sebbene i virus di tipo A (94%) siano risultati nettamente
predominanti rispetto ai virus di tipo B. Nell'ambito del tipo A, sono
stati prevalentemente isolati e/o identificati virus appartenenti al
sottotipo A/H3 (56%), rispetto ai ceppi A/Hl (25%). Per il 19% dei ceppi
di tipo A, il dato di sottotipizzazione non è disponibile. Le analisi di
caratterizzazione antigenica e molecolare hanno evidenziato una
sostanziale omologia tra i ceppi A/H3 circolanti ed il ceppo vaccinale e
A/Wisconsin/67/05. Per quanto riguarda i virus H1N1, i casi isolati
hanno mostrato una maggiore omologia antigenica e molecolare nei
confronti del ceppo A/Solomon Islands/3/06 (nuovo ceppo vaccinale per la
stagione successiva) rispetto al ceppo A/New Caledonia/20/99. I virus di
tipo B appartenenti ai due diversi lineaggi, Victoria-like e
Yamagata-like hanno circolato anche durante questa stagione, sebbene a
livelli molto bassi. I ceppi riconducibili al lineaggio Yamagata-like
sono risultati correlabili al ceppo vaccinale B/Egypt/144/05, mentre i
virus appartenenti al lineaggio Victoria-like sono risultati correlabili
al ceppo vaccinale B/Malaysia/2506/04.
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Epidemia Influenzale 2005-2006 Da Ottobre 2005 a Gennaio 2006, l'influenza ha circolato in Africa, America, Asia, Europa e Oceania; in generale, nel corso di questa stagione, l'attività dei virus influenzali, nel mondo, è risultata inferiore a quella registrata in tutte le precedenti stagioni influenzali. A partire dal mese di ottobre 2005, si è cominciata a registrare una moderata attività influenzale in Nord America ed in Asia, evidenziando un incremento in Dicembre, soltanto in alcuni Paesi, mentre in Europa l'attività è rimasta bassa per tutto il periodo. La circolazione dei virus influenzali A, appartenenti al sottotipo H1, si è mantenuta generalmente a livelli bassi durante tutta la stagione, determinando un focolaio più rilevante solo in Africa. Virus influenzali A sottotipo H3N2 sono risultati predominanti in nord America, provocando diversi focolai. I virus di tipo B hanno circolato, sempre con bassa frequenza, in diversi Paesi del mondo, mostrando però una più ampia e prevalente diffusione soprattutto in alcuni Paesi Europei.
ITALIA: La stagione epidemica 2005-06 è stata quella a più bassa incidenza (41 casi per 1000 assistiti) degli ultimi 6 anni. In Italia i primi isolamenti virali, riconducibili a ceppi A/H3N2, si sono registrati nella prima settimana 2006. Successivamente si è osservata una contemporanea circolazione di ceppi A/H1, A/H3 e B. Predominanti, rispetto ai virus di tipo B, sono stati i virus di tipo A (70%), nel cui ambito sono stati prevalentemente isolati virus appartenenti al sottotipo A/Hl (65%). Il periodo di massima raccolta dei campioni positivi per virus influenzale è stato registrato tra la 3° e la 8° settimana 2006. Differenze antigeniche sono state evidenziate sia per quanto riguarda il sottotipo A/H3N2 che il tipo B. I virus H3N2 circolanti nella presente stagione hanno mostrato un "drift" antigenico che ha portato alla sostituzione del ceppo vaccinale A/California/7/04 con la nuova variante A/Wisconsin/67/05 che comparirà, pertanto, nella composizione del vaccino per la stagione successiva. I virus di tipo B, isolati nel corso della stagione 2005-2006, appartengono ad entrambi i lineaggi, Victoria-like e Yamagata-like. I ceppi riconducibili al lineaggio Yamagata-like sono B/Shanghai/361/02-like e, quindi, simili al ceppo vaccinale 2005-2006, mentre i virus appartenenti al lineaggio Victoria-like appaiono simili al ceppo B/Malaysia/2506/04, che comparirà nella composizione del vaccino per la stagione successiva.
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Epidemia Influenzale 2004-2005 Nel Ottobre 2004 l'attività influenzale è stata segnalata inizialmente in Nord America ed è andata progressivamente aumentando nei Paesi dell'emisfero nord; fra Ottobre 2004 e Gennaio 2005 l'attività influenzale è stata segnalata in Africa, in Asia, in Europa e in Oceania. I virus AH3N2 sono stati predominanti nella maggior parte dei Paesi e sono stati responsabili della maggior parte dei focolai. Nel contempo, in numerosi Paesi si è registrata la circolazione di virus B, di virus A/H1N1 ed A/H1 che sono stati isolati da casi sporadici ed hanno causato un solo cluster epidemico; sebbene raramente, si è registrata la circolazione di virus A/H1N2. ITALIA: Nella stagione 2004-2005 l’andamento delle forme influenzali è risultato complessivamente, al di sopra dell’atteso ed i tre valori di incidenza settimanale/1000, corrispondenti al picco dell'epidemia (13,73 - 14,59 - 12,72), registrati rispettivamente nella 15°, 16° e 17° settimana di sorveglianza, sono stati in assoluto i più alti fra i valori di picco registrati nelle ultime 6 stagioni di sorveglianza, con un tasso cumulativo di 116 casi per 1000 assistiti. La distribuzione per classi d’età è risultata simile agli anni precedenti, ed il massimo contributo è stato dato dalle classi 0-4 anni, per la quale si sono registrati valori di incidenza settimanale/1000 pari a 27,34 - 30,01 - 27,89 nelle settimane di picco. L’incidenza più bassa, come atteso, si è registrata per la classe degli ultrasessantacinquenni, con valori di picco che si situano intorno a 8,50/1000. Rispetto alle stagioni precedenti, il picco dell'epidemia è stato più tardivo (solo nella stagione 2002-2003 si è collocato successivamente, la fase di plateau è stata più breve e si è registrato un più rapido decremento di attività. Per ciò che riguarda la sorveglianza virologica dalla 42° settimana del 2004 alla 16° settimana del 2005 sono stati raccolti 3226 campioni, dei quali 971 (il 30%) sono risultati positivi. Sono stati identificati 718 ceppi virali influenzali di tipo A (74% degli isolati), nel cui ambito i virus di sottotipo A/H3N2 sono risultati predominanti (72%) ed associati a focolai epidemici; il 10% è risultato appartenere al sottotipo A/H1N1. Il 26% dei virus isolati e/o identificati è risultato invece appartenere al tipo B. I primi virus influenzali, corrispondenti al sottotipo A/H3N2 sono stati identificati nella seconda metà di NOvembre 2004, in campioni clinici prelevati da bambini con età compresa tra 3 e 6 anni, residenti nella città di Genova. Il primo virus influenzale di tipo B è stato identificato nella 46° settimana del 2004 (8-14 Novembre), da un campione biologico proveniente dalla regione Piemonte e prelevato ad un paziente di 29 anni. I test di caratterizzazione antigenica eseguiti sui ceppi isolati hanno mostrato per il virus A/H1N1 caratteristiche simili al ceppo A/Nuova Caledonia/20/99, che è stato quindi confermato anche per il vaccino della stagione successiva. Per il virus A/H3N2 le indagini hanno evidenziato caratteristiche simili al ceppo A/California/7/2004 e quindi per la stagione successiva è stato inserito il ceppo vaccinale simile A/NewYork/55/2004. Per i virus tipo B la maggior parte è stata trovata antigenicamente analoga al ceppo B/Shanghai/361/2002, confermato per il vaccino per la stagione successiva.
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Epidemia Influenzale 2003-2004
Dal Settembre 2003 al Febbraio 2004, attività influenzale è stata
segnalata in Africa, nelle Americhe, in Asia, in Europa ed in Oceania;
l’attività influenzale, più marcata e con inizio più precoce rispetto ai
tre anni precedenti, è stata inizialmente segnalata nell’America del
nord e nei Paesi dell’Europa occidentale per estendersi successivamente
nei Paesi dell’Europa orientale ed all’Asia dove è stata generalmente
moderata malgrado un’intensificazione nelle ultime settimane. Il virus
A(H3N2) è stato dominante nella maggior parte dei Paesi, mentre la
circolazione di virus A(H1) è rimasta debole nella maggior parte del
mondo, pur provocando focolai epidemici in Islanda ed in Ukraina. La
circolazione di virus B è rimasta bassa. Fra Dicembre 2003 e Febbraio
2004, 33 casi umani di influenza, di cui 22 mortali, da virus A(H5N1)
sono stati segnalati in Vietnam ed in Tailandia, in associazione con
epidemie di influenza aviaria da virus A(H5N1) nel pollame. Tutti i
virus A(H5N1) isolati da malati o da soggetti deceduti hanno dimostrato
possedere un corredo genetico interamente di origine aviaria, fattore
che ha sicuramente contribuito alla mancata trasmissione da uomo a uomo.
Non è stata, infatti, riscontrata una chiara evidenza di contagio
interumano. Nello stesso periodo l’Organizzazione Internazionale
Epizoozie (OIE) ha comunicato il manifestarsi di focolai di influenza
aviaria negli allevamenti avicoli di pollame in tutta l’area estremo
orientale ed in
ITALIA: Nella stagione 2003-2004
l’andamento delle forme influenzali è risultato complessivamente al di
sotto dell’atteso, ed i tre valori di picco (4,83; 4,75; 4,63 per 1000
assistiti), registrati rispettivamente nella 6°, 7° ed 8° settimana del
2004, sono stati in assoluto i più bassi fra i valori di picco
registrati nelle ultime 5 stagioni di sorveglianza. La distribuzione per
classi d’età, che nell’ultima stagione di sorveglianza ha riguardato
anche le classi d’età 0-4 e 5-14 (negli anni precedenti le due classi
erano aggregate) è risultata simile agli anni precedenti, ed il massimo
contributo è stato dato dalle classi 0-4 e 5-14 mentre l’incidenza più
bassa è stata registrata negli ultrasessantacinquenni. Per ciò che
riguarda la sorveglianza virologica complessivamente, al 30 aprile 2004,
sono stati raccolti 2.964 campioni, dei quali 423 sono risultati
positivi. Sono stati identificati 398 ceppi virali influenzali di tipo
A, di cui 331 appartenenti al sottotipo A/H3N2, 8 al sottotipo A/H1N1, 1
al sottotipo A/H1N2 e 58 non sottotipizzati, oltre a 25 ceppi di tipo
B.Il primo isolamento di virus influenzale è avvenuto presso il Centro
Universitario di Genova dove è stato identificato un virus di tipo
A(H1N1) in un campione raccolto nella 47° settimana da una bambina di 3
anni. Il picco della circolazione virale è stato registrato nella 6°
settimana, in corrispondenza del picco di attività
clinico-epidemiologica. Nel complesso, i virus del sottotipo A(H3N2)
sono risultati nettamente predominanti ed associati a focolai epidemici;
essi hanno mostrato, nella maggior parte dei casi, somiglianze con il
ceppo A/Fujian/411/2002, che è stato inserito nel vaccino per la
stagione successiva. I virus del sottotipo A(H1N1) sono stati
isolati da casi sporadici, e i test hanno mostrato che tali sottotipi
presentavano caratteristiche simili al ceppo A/Nuova Caledonia/20/99,
che è stato inserito nel vaccino per la stagione successiva. I virus del
tipo B hanno circolato causando casi sporadici ma non provocando
epidemie;
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Fonte: Ministero della Salute http://www.ministerosalute.it/influenza/influenza.jsp |
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Per ulteriori informazioni sulle vaccinazioni anti-influenzale e anti-pneumococcica è possibile consultare la sezione Vaccinazioni del sito |
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© SMD - Ultima mod. 9 Agosto 2017 |