Studio Medico Destefanis

Medicina di Gruppo

 

Vaccino

Anti-Influenzale

 
Campagna di Vaccinazione Stagionale 2019-2020
 

L'Influenza

Il termine influenza, nel linguaggio comune, viene spesso attribuito a qualsiasi malessere invernale. L’influenza invece presenta un quadro clinico ben preciso ed è una delle malattie infettive di maggior impatto, sia perché l’epidemia è concentrata nel tempo e interessa un gran numero di persone, sia per le complicanze che possono insorgere in alcuni gruppi di popolazione, come le persone anziane e quelle con patologie croniche. Si stima che nei paesi industrializzati la morte per influenza rappresenti la terza causa di morte per malattie infettive, dopo AIDS e Tubercolosi. Nei periodi di picco dell’epidemia influenzale stagionale il numero delle persone colpite varia da 5 a 15 ogni 1000 abitanti. In Italia si stima che vengano colpiti ogni anni circa 5 milioni di persone, fino ad un massimo di 8 milioni negli anni di maggiore incidenza. Eventi del tutto particolari e molto gravi sono state le Grandi Pandemie Influenzali, epidemie di particolare estensione e gravità che hanno colpito vaste areee del globo nel secolo scorso.

La malattia si manifesta come un'infezione acuta delle vie respiratorie, di origine virale, altamente contagiosa e trasmissibile per via aerea. Si distingue dalle altre infezioni respiratorie acute per il suo andamento tipicamente stagionale (in Italia da dicembre a marzo) più che per il quadro clinico che la caratterizza. Il virus si insedia e si moltiplica nelle vie respiratorie. I primi sintomi compaiono dopo 48-72 ore di incubazione. Purtroppo ogni anno i virus influenzali cambiano, a causa di mutazioni, per cui non è possibile per questa malattia ottenere un'immunizzazione permanente.

I sintomi tipici dell'Influenza sono in primo luogo la febbre, di solito non superiore a 39 gradi, e poi con varia frequenza i dolori muscolari e articolari diffusi, la stanchezza,  e il mal di testa. E' generalmente presente un calo dell'appetito e non sono rari i disturbi gastrointestinali. Questi fastidi possono avere durata variabile, ma, in genere, si risolvono nell'arco di una settimana. Le possibili complicazioni riguardano soprattutto le vie respiratorie, in quanto l'effetto irritativo del virus può favorire l'insediamento di batteri.

Non avendo farmaci specifici per la cura dell'Influenza si deve attuare innanzitutto un riposo assoluto e una dieta adeguata: bisogna assumere alimenti ricchi di zuccheri complessi (come la pasta) e poveri in grassi e bevande zuccherate per prevenire eventuali crisi di acetone (sostanza di scarto prodotta dall'organismo che conferisce all'alito un odore di frutta marcia), che farebbero scatenare il vomito e peggiorare eventuali dolori intestinali; Occorre poi bere molto per reintegrare i liquidi persi con la febbre ed, eventualmente, il vomito. Può essere prescritto dal medico un antipiretico (come il Paracetamolo) per abbassare la temperatura e un antinfiammatorio per alleviare i disturbi. Sono invece inutili e controindicati gli antibiotici.
 

 

Cenni storici sulla Vaccinazione

I vaccini contro l'influenza attualmente in uso sono costituiti da parti di virus influenzali inattivati e sono il frutto di una serie di esperienze maturate nell'arco di oltre 60 anni di ricerca.
I primi studi sulla immunità naturale acquisita dopo il contatto col virus vennero effettuati nel 1936, solo tre anni dopo l'identificazione del virus. Nei cinque anni seguienti vi furono importanti sviluppi tecnologici, quali la dimostrazione che il virus potesse crescere facilmente nelle uova embrionate di pollo e che risultasse ancora immunogenico una volta inattivato con formalina. Successivamente iniziarono studi clinici su larga scala nell'esercito statunitense che dimostrarono l'efficacia protettiva dei vaccini antinfluenzali contro la malattia. A partire dal 1945 diverse aziende statunitensi ottennero le prime licenze per produrre vaccini ad uso civile.  Nell'inverno del 1947 lo sviluppo dei vaccini antinfluenzali attraversò una fase critica legata alla comparsa di una nuova variante del ceppo A H1N1 del virus: questa variante comparve in Australia e si diffuse rapidamente in tutto il resto del mondo; il Vaccino previsto per il 1947 risultò quindi largamente inefficace.  Da allora le autorità sanitarie avvertirono l'importanza della sorveglianza virologica dei ceppi influenzali circolanti per l'aggiornamento annuale della composizione del Vaccino.
I primi vaccini antinfluenzali erano relativamente rudimentali rispetto agli standard odierni e l'immunizzazione provocava reazioni locali e sistemiche alquanto significative. Verso la metà degli anni '50, l'introduzione di una tecnica in grado di separare il virus dalle proteine dell'uovo permise la preparazione di vaccini altamente purificati e quindi in grado di provare una minore quantità di reazioni avverse. Con tale tecnica si raggiunse un buon livello di tollerabilità, anche se le reazioni avverse nei bambini rimanevano un problema da risolvere.
Verso la fine degli anni '50 si scoprì la tecnica di frammentazione delle particelle del virus mediante l'uso dell'etere e si iniziò a produrre dei vaccini (vaccini cosiddetti split) che riducevano significativamente l'incidenza di reazioni febbrili secondarie. Nel 1968 la loro commercializzazione fu autorizzata per la prima volta negli Stati Uniti. Un ulteriore progresso tecnologico comportò la purìficazione degli antigeni del virus: i vaccini così purìficati (vaccini a subunità) vennero messi in commercio nel 1980 nel Regno Unito.

 

 

Il Vaccino attuale

La vaccinazione anti-influenzale è il mezzo disponibile più efficace e sicuro per prevenire la malattia. La protezione si sviluppa due settimane dopo la vaccinazione e dura almeno sei mesi. Nelle persone più deboli (anziani, pazienti  affetti da malattie croniche) che, pur vaccinati, dovessero ammalarsi, il vaccino protegge efficacemente dalle complicanze e riduce fino all’80% la probabilità di ricovero in ospedale o di morte.

Poiché tutti i cittadini italiani hanno avuto in qualche misura un contatto con il virus dell’Influenza negli anni passati, si raccomanda agli adulti una sola dose di vaccino. Per i bambini con meno di 9 anni e mai vaccinati si raccomanda invece una seconda dose di vaccino da somministrare 4 settimane dopo la prima. A causa delle mutazioni dei virus influenzali la Vaccinazione deve essere ripetuta ogni anno con lo specifico vaccino preparato sulla base delle informazioni sui virus maggiormente circolanti. In Italia la Vaccinazione è raccomandata nel periodo compreso tra la metà di Ottobre e la fine di Novembre.

La vaccinazione anti-influenzale è raccomandata e offerta gratuitamente alle donne che all’inizio della stagione epidemica dell’influenza si trovino nel secondo o terzo trimestre di gravidanza. Infatti, l’influenza stagionale aumenta il rischio di ospedalizzazione materna, prematurità, parto cesareo, distress fetale, basso peso del nascituro e interruzione di gravidanza. Anche nei neonati al di sotto dei 6 mesi di vita, per cui non esiste ancora un vaccino, l’influenza aumenta il rischio di malattia severa e complicanze. La vaccinazione in gravidanza ha, invece, un effetto protettivo sui neonati attraverso il passaggio di anticorpi protettivi dalla madre.

 

 
© SMD - Ultima mod. 11 Settembre 2019